• Monte Cucco Sentiero 280 - immagine 1
  • Monte Cucco Sentiero 280 - immagine 2
  • Monte Cucco Sentiero 280 - immagine 3
  • Monte Cucco Sentiero 280 - immagine 4
  • Monte Cucco Sentiero 280 - immagine 5
  • Monte Cucco Sentiero 280 - immagine 6
  • Monte Cucco Sentiero 280 - immagine 7
  • Monte Cucco Sentiero 280 - immagine 8
  • Monte Cucco Sentiero 280 - immagine 9 (Il Forno)
  • Monte Cucco Sentiero 280 - immagine 10
  • Monte Cucco Sentiero 280 - immagine 11 (Il Sasso)
  • Monte Cucco Sentiero 280 - immagine 12
  • Monte Cucco Sentiero 280 - immagine 13

Sentiero CAI n. 280

Comprensorio: Monte Cucco
Località partenza: Costacciaro
Località arrivo: Pantanella
Numero:
280
Quota partenza: 560 metri
Quota arrivo: 1090 metri
Quota massima: 1110 metri
Dislivello: 550 metri
Vecchia numerazione:
24
Lunghezza: 3,0 km.
Difficoltà: E
Tempo andata: 1,40-2,00 ore.
Tempo ritorno: 1,00-1,15 ore.

 

Il sentiero 280 (nella vecchia numerazione indicato come 24) del Parco del Monte Cucco, conosciuto anche col nome di "Sentiero del Beato", è un itinerario di media lunghezza, con tratti caratterizzati da pendenze impegnative, che conduce ai prati della valle denominata “Pantanella” partendo da Costacciaro, utilizzando una via che era percorsa fin dal Medioevo dagli abitanti del borgo per raggiungere la montagna.

Per raggiungere l’attacco del percorso si raggiunge il paese mediante la Flaminia, quindi si svolta in direzione della montagna su strada asfaltata con indicazioni turistiche per il Pian delle Macinare e la Grotta di Monte Cucco, si percorrono poche centinaia di metri di strada (fino alla prima curva) e si arriva all’area di sosta denominata “Il Gengone” (ci sono spazi per il parcheggio delle vetture), da dove il sentiero inizia a salire verso la stretta valle soprastante.

Il primo tratto è in comune con il sentiero 293, un paio di minuti di salita prima di raggiungere l’incrocio, in cui si svolta a destra iniziando subito ad “assaggiare” le prime pendenze importanti che caratterizzano buona parte del tracciato, in un ambiente che alterna passaggi all’interno del bosco ad aperture panoramiche che permettono di apprezzare la selvaggia valle del torrente Secca in cui ci si inoltra e, volgendosi di spalle, il borgo di Costacciaro con la sua struttura medievale intatta che spicca ancor di più vista dall’alto.

Il sentiero è sempre molto ampio ed impossibile da non individuare, anche perché la segnatura è ottima e non lascia spazio a dubbi, le difficoltà sono invece costituite dai tratti scoscesi, che si incontrano in numero abbondante mentre si sale tra stretti tornanti, intervallati da pochi passaggi in cui si può riprendere un po’ fiato.

Raggiunta una quota altimetrica di circa 900 metri si incontra una particolare formazione rocciosa, che sembra formare una specie di giaciglio, ed in prossimità di essa è stata posta una lapide ricordante il Beato Tommaso, vissuto nel XIII secolo, che attraversava spesso queste zone ed era solito riposarsi in questo luogo, secondo la tradizione locale.

Si prosegue quindi ancora in decisa salita, all’interno di un bel bosco di faggi, fino a raggiungere il bivio che conduce alla grotta denominata “Il Forno”. Si tratta di una grande formazione carsica, costituita da una rientranza molto ampia che si inoltra all’interno della montagna per diversi metri, circondata da solide pareti calcaree. La grotta si trova a pochi metri di distanza dal sentiero, una deviazione è consigliata per ammirare questo interessante fenomeno naturale.

Superato il bivio si affronta la parte finale del percorso, che esce dal bosco tagliando trasversalmente una ripida costa rocciosa, quindi risale tra prati e sassi fino a raggiungere una imponente formazione rocciosa, denominata “Il Sasso”, che domina dall’alto tutta la vallata.

Oltrepassato il caratteristico monolite si affronta un breve tratto all’ombra del bosco e si giunge al punto d’arrivo del sentiero, che sbuca sulla strada asfaltata che sale da Costacciaro verso Pian delle Macinare.

Seguendo la strada per poco più di un chilometro (svoltare a destra all’unico bivio che si incontra) si può raggiungere la caratteristica spianata, dotata di un’ampia area attrezzata comprendente anche il rifugio Mainardi, che effettua attività di bar-ristorante.